mercoledì 20 febbraio 2013

La schiacciata

Principi fondamentali dell'attacco:

  1. Colpire il più alto possibile;
  2. Colpire il più forte possibile;
  3. Variare i colpi;
  4. Cercare di sbagliare il meno possibile.
Quando parliamo di attacco è necessario parlare anche di tempi di attacco:
1° Tempo: l'attaccante si stacca da terra quando la palla è nelle mani del palleggiatore.
2° Tempo: l'attaccante avvia l'ultimo passo della rincorsa quando la palla è nelle mani del palleggiatore.
3° Tempo: l'attaccante inizia la rincorsa dopo che la palla è uscita dalle mani del palleggiatore.

La scelta del tempo dipende dalla zona di alzata (zona 1,2 o 3) e dall'altezza della parabola. Il terzo tempo è la schiacciata più difficile perché il muro è piazzato, la difesa è già pronta e ogni volta devo cercare un tempo diverso. Il braccio che non attacca deve equilibrare il movimento, cioè salire e mantenersi in una posizione né alta, né bassa, ma avanti. Questo stesso braccio,per creare la maggior estensione possibile, quindi la maggior velocità di colpo, inizia il movimento di discesa in anticipo rispetto  a quello che attacca: non deve scendere di fianco, ma cadere "naturalmente". Il braccio che attacca, invece, o prosegue il movimento di lato, fino a dietro, oppure si ferma davanti al corpo.
La palla deve essere colpita:
  1. alta, con la mano aperta;
  2. davanti;
  3. sulla destra (per un destro), in modo tale da essere in equilibrio durante la fase di volo.
Durante la fase di chiusura,il braccio sinistro abbassa il gomito e l'avambraccio, andando a chiudere al centro del corpo. Il braccio destro (dopo il colpo) va a raggiungere il braccio sinistro incrociando, o passando vicino al proprio fianco.
La Rincorsa

La fase preparatoria e quella in cui ci si sposta  quando la palla va verso il palleggiatore. Questo spostamento deve essere il più rapido possibile, poiché deve consentire di essere nel punto del campo più idoneo, prima di iniziare la rincorsa. Il ritmo della rincorsa va dal lento al veloce e l'ultimo passo deve essere un balzo (passo più lungo e veloce). Nel gioco più evoluto, non è sempre possibile angolare correttamente la rincorsa; diventa così di fondamentale importanza che l'atleta orienti l'appoggio dei piedi nella fase finale, per favorire comunque la giusta posizione del busto e l'apertura della spalla. Durante la prima fase della rincorsa le braccia vengono mosse come quando si cammina. Durante l'ultimo passo, le braccia devono slanciarsi il più possibile indietro (più slanciamo più saltiamo; a volte, il minor equilibrio in volo è dovuto ad un difetto di slancio). Al momento dello stacco entrambe le braccia si preparano al colpo d'attacco e lo eseguono. La mano che attacca resta sempre in linea con l'avambraccio (non va spostata all'indietro o tenuta molle). Il colpo deve essere effettuato con la mano a conca, per dare, con la chiusura del polso, un effetto rotatorio al pallone. Il movimento del braccio deve essere fulmineo e secco. 

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